COLLEZIONE ARTE ORIENTALE
La collezione Credem comprende una preziosa raccolta di opere di arte orientale, che idealmente si collega alla presenza al piano nobile del palazzo, alla fine del Settecento, di un piccolo ambiente dove erano esposte le cosiddette “cineserie” - vale a dire oggetti in porcellana provenienti dalla Cina - che prendeva probabilmente a modello quelli della corte di Vienna (si pensi alla Vieux Laque nella reggia di Schönbrunn).
La raccolta copre un universo culturale assai vasto, sia sotto il profilo temporale, perché dal III millennio a.C. giunge alle soglie del Novecento, sia in termini di tipologie di oggetti e di provenienza geografica. Si tratta infatti di opere realizzate in smalti cloisonné, porcellana, bronzo e terracotta provenienti da Cina, Giappone, Mongolia, Birmania, Cambogia, Thailandia e in arte Gandhara, sviluppatasi nel Pakistan settentrionale e in Afghanistan.

CINA
A partire dal regno dell’imperatore Kangxi (1662 - 1722) è possibile distinguere le porcellane in varie “famiglie” a seconda del colore degli smalti utilizzati in prevalenza nella decorazione (ad esempio verde, rosa, giallo, nero). La denominazione con la quale riconosciamo ancora oggi le differenti “famiglie” della porcellana fu coniata però solo nel 1862 da Albert Jacquemart e Edmond Le Blant, nel volume intitolato "Histoire Artistique, Industrielle et Commerciale de la porcelaine."
GIAPPONE, PAKISTAN, BIRMANIA, CAMBOGIA
Ceramiche giapponesi
L’opera risale alla fine del Seicento ed è legata al periodo Edo (1603 - 1868), la lunga fase della storia del Giappone in cui la famiglia Tokugawa detenne il massimo potere politico e militare nel paese.
Questo momento storico prende il nome dalla capitale del regno, Edo, ribattezzata Tokyo nel 1869. Il piatto è un eccellente esemplare della produzione giapponese di bianco e blu (sometsuke in giapponese) a imitazione di modelli cinesi, destinati all’esportazione in Occidente.

Piatto, Giappone, era Kanbun (1661- 1673), porcellana.

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