CAMILLO PROCACCINI
(Bologna 1551 - Milano 1629)
LA NEGOZIAZIONE DI PIETRO, circa 1620-25
Olio su tela, cm 155 × 112
Il dipinto, raffigurante la negazione di San Pietro, vede in primo piano il santo, con le caratteristiche chiavi abbandonate ai suoi piedi, a fianco, il fatidico gallo; sul fondo della composizione, in uno scorcio prospettico illuminato dalla luce, l'immagine di Cristo condotto al supplizio dagli armigeri. L’evidente realismo dell’opera si esprime nella possanza della figura del santo, plasticamente dominante la composizione. Nel San Pietro lo stile pittorico è più piatto e sintetico, l'intenzione scopertamente didascalica fissa l'episodio in uno spazio atemporale, completamente privo di fisicità atmosferica. La raffigurazione del Cristo utilizza invece un fare pittorico più libero e sciolto, meno dettagliato nei particolari e sfumato nei contorni, a sottolineare l'effettiva distanza fisica della scena.
MORTE DELLA VERGINE
Olio su tela, 157 × 88 cm
Il piccolo dipinto eseguito in grisaille è uno dei due bozzetti noti per la grande pala dipinta nel 1605 per l’altar maggiore del duomo di Piacenza. In osservanza ai precetti della Chiesa controriformata, il pittore punta su una austerità narrativa che spoglia l’episodio di ogni dettaglio secondario: al centro è il letto con la Madonna morente, circondata dagli apostoli mentre un angelo si precipita a recarle una palma e una corona.
SAN PAOLO
Olio su tela, 122 × 92 cm
L’apostolo delle genti”, reso riconoscibile dai consueti attributi iconografici del libro e della spada, si staglia contro un paesaggio boscoso, che a destra si apre su un golfo marino ricco di insenature e promontori.
L’appartenenza del dipinto a Procaccini risulta di tutta evidenza per la figura dall’elaborata postura e dalla complessa tornitura delle forme. Il paesaggio, che in questa occasione assume un valore quasi protagonistico, è un tema che l’artista ha lucidamente indagato nel corso di tutta la sua carriera.