FELICE BOSELLI
(Piacenza 1650 - Parma 1732)
PESCI E FRUTTI DI MARE, 1680 CIRCA
Olio su tela, 128 x 168 cm
Felice Boselli è la personalità che primeggia nel campo della natura morta nell’Emilia occidentale fra XVII e XVIII secolo. La sua gloria maggiore resta comunque legata alle grandi tele con interni di cucina, dispense o cantine ingombre di ogni sorta di cibarie. Questa grande dispensa “di magro”, con pesci e frutti di mare, appartiene alla fase più antica della sua produzione. All’arcaismo della composizione contribuisce poi l’impaginazione su tre piani, che la contorta disposizione dei grandi pesci di fiume non basta a scardinare.
TROFEO DI CACCIA, 1690 CIRCA
Olio su tela, 178 x 103 cm
Anche se non vi figurano le “cucine”, che, rimangono i suoi esiti più spettacolari, la raccolta Credem offre un’ampia campionatura delle potenzialità raggiunte da Felice Boselli nei vari settori della natura morta. In questa tela Boselli raffigura un cane da caccia a guardia di un ricco bottino di volatili uccisi, sul quale stanno appesi, in modo da accompagnare il formato verticale della tela, una volpe, un airone e un corno da caccia. In questo modo egli aderisce a una tipologia, quella dei “trofei di caccia”, professata soprattutto in ambito nordeuropeo.
CACCIAGIONE CON CIVETTA, 1701
Con dedica e data
Olio su tela, 192 x 125 cm
Il dipinto raffigura due otarde uccise e una viva puntata da un cane, con una civetta appollaiata su un ramo. Il formato verticale della tela accentua il tono sontuoso delle raffigurazioni, volte, come sempre nel pittore piacentino, a conferire alle sue composizioni un carattere di abbondanza e di ricchezza, in ordine ai canoni vigenti per la natura morta di tipo aristocratico.
CACCIAGIONE CON GALLO, 1701
Olio su tela, 192 x 125 cm
Il dipinto raffigura alcuni aironi selvatici morti e un gallo vigilati da un cane. La puntualizzazione cronologica dell’opera ha un valore documentale, in riferimento a una caccia particolarmente fortunata condotta nel gennaio 1701 nei pressi di Zibello, nella campagna parmense. Si giustificano in questo modo le dimensioni e il carattere aristocratico del dipinto, in cui, ove Boselli sfoggia anche un’insospettata abilità di paesaggista. Le forme eleganti dei volatili, descritti nella lucentezza dei loro piumaggi, mostrano un greve naturalismo e un senso di fisicità invincibilmente padani.