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Da dimora storica a sede della Banca

 

Spetta a Luigi Tavecchi (1746-1816), figlio del committente del palazzo, la decisione di vendere l’edificio, nel 1806, alla famiglia Rusconi. I nuovi proprietari, anch’essi provenienti dalla Lombardia, erano in origine commercianti del ferro e del rame e, a seguito di un’abile politica matrimoniale con esponenti del patriziato locale, dal 1781 sono aggregati alla nobiltà bolognese, ottenendo nel 1816 il titolo di marchesi da papa Pio VII. Grazie a questa famiglia la dimora storica acquista una notevole importanza nel contesto cittadino, come testimonia il fatto che il 5 aprile del 1815 il marchese Domenico Rusconi (1750-1833) vi ospiti Gioacchino Murat, cognato di Napoleone nominato re di Napoli nel 1808, fermatosi per una breve sosta a Cento con le sue truppe.

A sottolineare la mutevolezza di quei tempi, solo poco dopo, al termine dell’epopea napoleonica, lo stesso Domenico Rusconi si fa promotore della restituzione delle province di Ferrara e Bologna allo Stato Pontificio, avvenuta durante il Congresso di Vienna del 1815, come attesta una targa datata quell’anno oggi sulla prima rampa dello scalone di ingresso alla dimora storica. Nell’iscrizione commemorativa si fa riferimento a papa Pio VII, che nel 1816 nomina cardinale e vescovo di Imola Antonio Lamberto Rusconi (1743-1825), fratello di Domenico, già canonico della collegiata di San Biagio di Cento, l’esponente più illustre al quale la nobile famiglia abbia dato i natali.

Per il forte valore rappresentativo dell’identità cittadina, nel 1878 palazzo Rusconi viene acquisito dalla Cassa di Risparmio di Cento, che fin dalla sua apertura, avvenuta nel 1859, vi aveva posto gli sportelli al piano terra. In tempi successivi la sala del pubblico della banca è riallestita al piano nobile dell’edificio ,fino a quando, nel corso degli anni settanta, lo spazio è trasformato nel salone di rappresentanza, adibito a sede per le assemblee dei soci e per incontri pubblici. L’ampia sala custodisce oggi dipinti di Guercino e dei suoi nipoti, Cesare e Benedetto Gennari, acquisiti dalla Cassa di Risparmio di Cento a partire dalla metà degli anni settanta.

 

La collezione d'arte

 

Palazzo Rusconi ospita le raccolte d’arte acquisite dalla Cassa di Risparmio di Cento a partire dalla metà degli anni settanta, che Credem intende custodire e valorizzare. L’idea di costituire una collezione di dipinti antichi nasce dalla volontà di allestire nelle sale della dimora storica un nucleo rappresentativo di opere di Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591- Bologna 1666) e dei nipoti Benedetto e Cesare Gennari, con l’intento di arricchire il patrimonio artistico cittadino.

Negli spazi del palazzo si conservano, oltre alle testimonianze di Guercino e della sua scuola, opere significative di artisti attivi dal Settecento ai giorni nostri, acquisite dalla Cassa di Risparmio di Cento.